Dopo aver visitato i parchi e le città più conosciute di California e Nevada, il mio viaggio in esplorazione della West Coast americana ha attraversato altri due stati, Utah e Arizona.
UTAH
Lo Utah lo definirei come lo Stato delle montagne e della terra rossa.
Ho infatti attraversato diversi parchi nazionali o riserve dei Nativi americani, ed ognuno di essi presenta conformazioni rocciose straordinarie e uniche nel loro genere.
Qui comandano gli agenti atmosferici: vento, pioggia, fulmini, tornadi e fiumi.
Esempio ne è lo Zion National Park, è caratterizzato da parchi, gole profonde, cascate ed imponenti formazioni rocciose.
Credo che questo luogo si possa descrivere con almeno tre colori: il rosso della roccia, il verde degli alberi e il blu del cielo e del fiume.
Lo Utah lo definirei come lo Stato delle montagne e della terra rossa.
Ho infatti attraversato diversi parchi nazionali o riserve dei Nativi americani, ed ognuno di essi presenta conformazioni rocciose straordinarie e uniche nel loro genere.
Qui comandano gli agenti atmosferici: vento, pioggia, fulmini, tornadi e fiumi.
Esempio ne è lo Zion National Park, è caratterizzato da parchi, gole profonde, cascate ed imponenti formazioni rocciose.
Credo che questo luogo si possa descrivere con almeno tre colori: il rosso della roccia, il verde degli alberi e il blu del cielo e del fiume.
Ma il parco naturale che più di tutti mi ha colpita è sicuramente il Bryce Canyon.
Non solo non esiste un altro parco con questo tipo di rocce, ma al suo interno si respirano un senso di libertà e pace interiore inarrivabili.
Il Canyon è costituito da un altopiano eroso dal vento e dalle piogge per millenni e il risultato è una distesa di alti pinnacoli di roccia rossa, detti hoodoos.
Credo che l’esperienza che possa meglio colmare la visita del parco sia camminarvi attraverso ma purtroppo sono stata sorpresa da un forte temporale e i pinnacoli attirano i fulmini... Inutile dire che non ho potuto visitarlo come avrei voluto!
Non solo non esiste un altro parco con questo tipo di rocce, ma al suo interno si respirano un senso di libertà e pace interiore inarrivabili.
Il Canyon è costituito da un altopiano eroso dal vento e dalle piogge per millenni e il risultato è una distesa di alti pinnacoli di roccia rossa, detti hoodoos.
Credo che l’esperienza che possa meglio colmare la visita del parco sia camminarvi attraverso ma purtroppo sono stata sorpresa da un forte temporale e i pinnacoli attirano i fulmini... Inutile dire che non ho potuto visitarlo come avrei voluto!
Il viaggio è poi proseguito con la visita a Canyonland, la cui peculiarità è l’essere stato scavato dal fiume Colorado.
La struttura geofisica è unica nel suo genere: il Dead Horse Point (Chi ha visto il film “Thelma & Luise”?) e il Gooseneck State Park, sono certamente i luoghi che meglio lo identificano.
Entrambi permettono una visione emozionante dall’alto delle anse del fiume che hanno modellato la roccia con forme morbidissime e curve levigate.
Il mio viaggio in Utah termina con il celebre Arches National Park, dove si trova il famoso Delicate Arch che da sempre è il simbolo di questo stato americano.
Il mio consiglio è quello di passeggiare immersi nel silenzio attraverso il parco, anche senza una meta definita, per poter scoprire con lo sguardo “finestre” scavate nella roccia e archi sottili e instabili.
La struttura geofisica è unica nel suo genere: il Dead Horse Point (Chi ha visto il film “Thelma & Luise”?) e il Gooseneck State Park, sono certamente i luoghi che meglio lo identificano.
Entrambi permettono una visione emozionante dall’alto delle anse del fiume che hanno modellato la roccia con forme morbidissime e curve levigate.
Il mio viaggio in Utah termina con il celebre Arches National Park, dove si trova il famoso Delicate Arch che da sempre è il simbolo di questo stato americano.
Il mio consiglio è quello di passeggiare immersi nel silenzio attraverso il parco, anche senza una meta definita, per poter scoprire con lo sguardo “finestre” scavate nella roccia e archi sottili e instabili.
ARIZONA
Lo stato dell’Arizona è tipicamente americano. Impressionante la quantità di cactus e di spazi aperti, vuoti, immensamente vuoti.
Ancora una volta, suggerisco un viaggio in auto attraverso questi spazi infiniti nel nulla, che si contrappongono nettamente allo stereotipo degli USA di città artificiali e alti grattacieli.
Tappa fondamentale in questo stato è ovviamente la Monument Valley, resa celebre dai film western. A lato della strada (ovviamente dritta per miglia e miglia!) che porta a questo parco, si può anche scorgere un cartello in legno con inciso “Forrest Gump si fermò qui”!
La Monument Valley presenta caratteristiche diverse dalle precedenti: in quella che sembra essere una grande pianura desertica di sabbia rossa e arancione, emergono grosse rocce di forma rettangolare, imponenti e mai toccate dall’uomo, dette butte o mesas.
È incredibile come tra questi immensi testimoni millenari, si possa scorgere l’orizzonte immerso nel cielo blu, punteggiato da nuvole bianche disposte quasi a formare degli scalini.
Con un po' di fantasia si possono anche vedere cowboys e indiani!
Lo stato dell’Arizona è tipicamente americano. Impressionante la quantità di cactus e di spazi aperti, vuoti, immensamente vuoti.
Ancora una volta, suggerisco un viaggio in auto attraverso questi spazi infiniti nel nulla, che si contrappongono nettamente allo stereotipo degli USA di città artificiali e alti grattacieli.
Tappa fondamentale in questo stato è ovviamente la Monument Valley, resa celebre dai film western. A lato della strada (ovviamente dritta per miglia e miglia!) che porta a questo parco, si può anche scorgere un cartello in legno con inciso “Forrest Gump si fermò qui”!
La Monument Valley presenta caratteristiche diverse dalle precedenti: in quella che sembra essere una grande pianura desertica di sabbia rossa e arancione, emergono grosse rocce di forma rettangolare, imponenti e mai toccate dall’uomo, dette butte o mesas.
È incredibile come tra questi immensi testimoni millenari, si possa scorgere l’orizzonte immerso nel cielo blu, punteggiato da nuvole bianche disposte quasi a formare degli scalini.
Con un po' di fantasia si possono anche vedere cowboys e indiani!
Diventato famoso solo negli ultimi anni, l’Antelope canyon è conosciuto per i giochi di luce e l’esperienza unica che offre.
È suddiviso in due parti, il Lower Canyon e l’Upper Canyon. Il primo, è un canyon a forma di imbuto creatosi appena al di sotto della superficie terrestre ed è quindi necessario scendere una scala per raggiungerne la base. Al di sopra è costituito da due lembi di roccia erosi che permettono alla luce di filtrare all’interno e vedere le sfumature di arancione che la roccia può assumere. Il secondo invece, è noto tra i fotografi, in quanto si entra da una feritoia nella roccia ed essendo più largo alla base rispetto alla sommità, la luce è ancora più filtrata e sa creare giochi di luce caleidoscopici.
Entrambi devono essere visitati con una guida nativa americana in quanto all’interno di una riserva Navajo, ed io ho avuto la fortuna di sentirne una suonare il flauto di Pan! L’atmosfera è magica e irripetibile.
Ciò che rende questo canyon ancora più interessante è la roccia scavata dalle piogge nei millenni, liscia al tocco, crea forme sinuose come seta: sembra di camminare fra nastri di raso e onde mosse dal vento, che cambiano al variare della luce.
Altrettanto spettacolare è l’Horseshoe Bend che ricorda molto il Dead Horse Point in Utah. Ciò che li rende diversi sono però i colori. Infatti, l’Horseshoe Bend è caratterizzato dalle anse del fiume Colorado che qui assume sfumature di blu, azzurro, turchese e verde, mentre scava la roccia arancione e rossa.
È possibile osservarlo dall’alto, e ciò rende il tutto ancora più unico ed emozionante.
Insieme al Bryce Canyon e l’Antelope Canyon, questa conformazione rocciosa è fra le più belle nonostante sia meno conosciuta.
È suddiviso in due parti, il Lower Canyon e l’Upper Canyon. Il primo, è un canyon a forma di imbuto creatosi appena al di sotto della superficie terrestre ed è quindi necessario scendere una scala per raggiungerne la base. Al di sopra è costituito da due lembi di roccia erosi che permettono alla luce di filtrare all’interno e vedere le sfumature di arancione che la roccia può assumere. Il secondo invece, è noto tra i fotografi, in quanto si entra da una feritoia nella roccia ed essendo più largo alla base rispetto alla sommità, la luce è ancora più filtrata e sa creare giochi di luce caleidoscopici.
Entrambi devono essere visitati con una guida nativa americana in quanto all’interno di una riserva Navajo, ed io ho avuto la fortuna di sentirne una suonare il flauto di Pan! L’atmosfera è magica e irripetibile.
Ciò che rende questo canyon ancora più interessante è la roccia scavata dalle piogge nei millenni, liscia al tocco, crea forme sinuose come seta: sembra di camminare fra nastri di raso e onde mosse dal vento, che cambiano al variare della luce.
Altrettanto spettacolare è l’Horseshoe Bend che ricorda molto il Dead Horse Point in Utah. Ciò che li rende diversi sono però i colori. Infatti, l’Horseshoe Bend è caratterizzato dalle anse del fiume Colorado che qui assume sfumature di blu, azzurro, turchese e verde, mentre scava la roccia arancione e rossa.
È possibile osservarlo dall’alto, e ciò rende il tutto ancora più unico ed emozionante.
Insieme al Bryce Canyon e l’Antelope Canyon, questa conformazione rocciosa è fra le più belle nonostante sia meno conosciuta.
Infine, è impossibile non visitare e non nominare il celebre, imponente ed immenso Grand Canyon.
Noto in tutto il mondo, il Grand Canyon andrebbe visitato in elicottero per meglio ammirarne dimensioni e colori, conformazioni e unicità.
Anche se nel mio caso non è stato possibile, non si può non comprenderne la grandiosità: scavato da fiumi, con gole, alberi e precipizi, questo canyon non ha eguali nel mondo. Piuttosto inusuale ma altrettanto caratteristico, è stato il nostro incontro con un grosso alce che sbarrava la strada alle auto.
Nonostante la stazza di questo animale metta in soggezione, l’alce risulta essere molto elegante nei movimenti. Scattargli una foto senza avvicinarsi troppo non è semplice, ma di certo è stata un’esperienza diversa e imprevedibile!
Noto in tutto il mondo, il Grand Canyon andrebbe visitato in elicottero per meglio ammirarne dimensioni e colori, conformazioni e unicità.
Anche se nel mio caso non è stato possibile, non si può non comprenderne la grandiosità: scavato da fiumi, con gole, alberi e precipizi, questo canyon non ha eguali nel mondo. Piuttosto inusuale ma altrettanto caratteristico, è stato il nostro incontro con un grosso alce che sbarrava la strada alle auto.
Nonostante la stazza di questo animale metta in soggezione, l’alce risulta essere molto elegante nei movimenti. Scattargli una foto senza avvicinarsi troppo non è semplice, ma di certo è stata un’esperienza diversa e imprevedibile!
Il mio viaggio nella West Coast americana si conclude così, fra parchi, rocce, deserti e fiumi.
Per quanto le città siano conosciute, moderne e all’avanguardia, gli spettacoli e i paesaggi naturali non possono essere ignorati. Il silenzio, i colori e le atmosfere sono assolutamente da “vivere” almeno una volta nella vita. Sono emozioni e sensazioni uniche, non riproducibili, nemmeno attraverso le fotografie o la scrittura.
È necessario visitare questi luoghi, toccarli con mano per sentirne la storia millenaria, l’azione ripetuta del vento e della pioggia e anche la malinconia e la nostalgia che esprimono.
Consiglio da viaggiatrice: mentre guidate sulle strade infinite, dritte e isolate, immerse nella natura degli Stati Uniti d’America, ascoltate le canzoni che ne hanno fatto la storia o che rievocano questi luoghi, dalle più vecchie ballate alle più recenti di genere pop e rock. Si crea un’atmosfera talmente forte e carica, che quando riascolterete quei brani, non potrete fare altro che sognare e tornare lì, almeno con la mente.
È un viaggio nella natura, di conoscenza del nostro pianeta e della sua immensa varietà, ma è anche un viaggio alla scoperta di sé, del proprio spirito di adattamento perchè ci ricorda l’importanza di “vivere” il silenzio interiore.
E allora, buon viaggio!
P.S. Non fidatevi troppo dei tempi di viaggio indicati da Google Maps che è molto utile per orientarsi, ma piuttosto ottimista sui tempi di percorrenza delle infinite strade americane!
Per quanto le città siano conosciute, moderne e all’avanguardia, gli spettacoli e i paesaggi naturali non possono essere ignorati. Il silenzio, i colori e le atmosfere sono assolutamente da “vivere” almeno una volta nella vita. Sono emozioni e sensazioni uniche, non riproducibili, nemmeno attraverso le fotografie o la scrittura.
È necessario visitare questi luoghi, toccarli con mano per sentirne la storia millenaria, l’azione ripetuta del vento e della pioggia e anche la malinconia e la nostalgia che esprimono.
Consiglio da viaggiatrice: mentre guidate sulle strade infinite, dritte e isolate, immerse nella natura degli Stati Uniti d’America, ascoltate le canzoni che ne hanno fatto la storia o che rievocano questi luoghi, dalle più vecchie ballate alle più recenti di genere pop e rock. Si crea un’atmosfera talmente forte e carica, che quando riascolterete quei brani, non potrete fare altro che sognare e tornare lì, almeno con la mente.
È un viaggio nella natura, di conoscenza del nostro pianeta e della sua immensa varietà, ma è anche un viaggio alla scoperta di sé, del proprio spirito di adattamento perchè ci ricorda l’importanza di “vivere” il silenzio interiore.
E allora, buon viaggio!
P.S. Non fidatevi troppo dei tempi di viaggio indicati da Google Maps che è molto utile per orientarsi, ma piuttosto ottimista sui tempi di percorrenza delle infinite strade americane!
ELISA NICOLI