Dietro ogni luogo si cela una storia: a volte felice, a volte triste, a volte semplicemente una storia.
Il Lago di Resia è quel luogo felice, che ogni anno attrae migliaia di turisti e amanti della fotografia, ma dietro al quale si nasconde una storia triste e malinconica.
Il Lago di Resia è quel luogo felice, che ogni anno attrae migliaia di turisti e amanti della fotografia, ma dietro al quale si nasconde una storia triste e malinconica.
Il lago di Resia (Reschensee in tedesco) è un lago alpino artificiale situato a 1.498 metri sopra al livello del mare, nel comune di Curon Venosta in Alto Adige, a nord del vicino lago di San Valentino alla Muta.
Con la sua capacità di 120 milioni di metri cubi è il lago più grande della provincia di Bolzano. È lungo 6 km e largo 1 km nel punto di massima larghezza.
Con la sua capacità di 120 milioni di metri cubi è il lago più grande della provincia di Bolzano. È lungo 6 km e largo 1 km nel punto di massima larghezza.
LA SUA STORIA
Una volta, presso il Passo Resia (un valico alpino che mette in comunicazione il Tirolo e l'Alto Adige) si trovavano tre laghi naturali: il lago di Resia, il lago di Curon (o lago di Mezzo) e il lago di San Valentino alla Muta. Nel 1950 questi tre laghi vennero unificati con la costruzione di una grande diga, che provocò la completa sommersione dell’antico centro abitato di Curon, il quale venne trasferito in una posizione più elevata.
I lavori di costruzione della diga iniziarono già nel 1939. L'obiettivo era quello di sfruttare i tre laghi per la produzione di energia idroelettrica. Durante la seconda guerra mondiale le attività furono sospese a causa anche delle difficoltà economiche e della mancanza di materie prime. Solo grazie ad alcuni investimenti svizzeri nel 1946 ripresero i lavori e vennero ultimati con l'inaugurazione della diga il 28 agosto 1949.
Ai lavori parteciparono circa 7.000 operai e vennero investiti circa 25 miliardi di lire. In totale furono scavati 35 chilometri di tunnel sotterranei, ed utilizzati 1,5 milioni di quintali di cemento, 10.000 tonnellate di ferro e 800 di esplosivo. Il costo maggiore fu però quello di dover radere al suolo completamente il centro abitato di Curon Venosta, e parzialmente quello di Resia, che vennero ricostruiti in posizioni più elevate.
La costruzione della diga causò diverse polemiche tra gli abitanti del posto che decisero di rivolgersi addirittura al papa per impedirne la realizzazione. Purtroppo però ogni tentativo fu invano e le acque dei tre laghi presto sommersero 163 case e 523 ettari di terreni coltivati.
Fra questi vi era anche un’antica chiesa del ‘300, di cui oggi rimane solo il suo campanile che emerge dalle acque del lago di Resia e ne è diventato il simbolo.
Una leggenda narra che in alcune giornate invernali si sentirebbero ancora suonare le campane, rimosse invece dal campanile il 18 luglio 1950 (prima ancora della formazione del lago artificiale).
Solitamente da Dicembre a Marzo quando le acque del lago si ghiacciano è possibile raggiungere il campanile a piedi ed ammirarne la sua maestosità e bellezza.
Una volta, presso il Passo Resia (un valico alpino che mette in comunicazione il Tirolo e l'Alto Adige) si trovavano tre laghi naturali: il lago di Resia, il lago di Curon (o lago di Mezzo) e il lago di San Valentino alla Muta. Nel 1950 questi tre laghi vennero unificati con la costruzione di una grande diga, che provocò la completa sommersione dell’antico centro abitato di Curon, il quale venne trasferito in una posizione più elevata.
I lavori di costruzione della diga iniziarono già nel 1939. L'obiettivo era quello di sfruttare i tre laghi per la produzione di energia idroelettrica. Durante la seconda guerra mondiale le attività furono sospese a causa anche delle difficoltà economiche e della mancanza di materie prime. Solo grazie ad alcuni investimenti svizzeri nel 1946 ripresero i lavori e vennero ultimati con l'inaugurazione della diga il 28 agosto 1949.
Ai lavori parteciparono circa 7.000 operai e vennero investiti circa 25 miliardi di lire. In totale furono scavati 35 chilometri di tunnel sotterranei, ed utilizzati 1,5 milioni di quintali di cemento, 10.000 tonnellate di ferro e 800 di esplosivo. Il costo maggiore fu però quello di dover radere al suolo completamente il centro abitato di Curon Venosta, e parzialmente quello di Resia, che vennero ricostruiti in posizioni più elevate.
La costruzione della diga causò diverse polemiche tra gli abitanti del posto che decisero di rivolgersi addirittura al papa per impedirne la realizzazione. Purtroppo però ogni tentativo fu invano e le acque dei tre laghi presto sommersero 163 case e 523 ettari di terreni coltivati.
Fra questi vi era anche un’antica chiesa del ‘300, di cui oggi rimane solo il suo campanile che emerge dalle acque del lago di Resia e ne è diventato il simbolo.
Una leggenda narra che in alcune giornate invernali si sentirebbero ancora suonare le campane, rimosse invece dal campanile il 18 luglio 1950 (prima ancora della formazione del lago artificiale).
Solitamente da Dicembre a Marzo quando le acque del lago si ghiacciano è possibile raggiungere il campanile a piedi ed ammirarne la sua maestosità e bellezza.
Jessica Borra - Mondo in Altalena